Carnevale a Rio, ballando tra le vie della città

Sambodromo, Rio

 

Difficilmente un luogo riesce ad entrarmi nel cuore e ad illuminarmi gli occhi rimanendo sempre vivo e scintillante nel corso del tempo, come se fosse ancora ieri. Rio de Janeiro è chiamata la Cidade Maravilhosa, aggettivo che uso con parsimonia, ma che in questo caso è forse riduttivo. Una città che si arrampica su verdi montagne ammantate da una incredibile giungla urbana e si tuffa nel blu dell’oceano con il fragore della sua gente che, come il mare, è sempre in movimento e dà sempre il buonumore.

Andare a Rio nel periodo di Carnevale è stata una delle scelte più casuali, inconsapevoli e indimenticabili della mia carriera di viaggiatore. Dopo aver prenotato il volo, dopo qualche giorno intendo, abbiamo detto “ah, ma quando andiamo sarà anche Carnevale, figo!” Poveri ignoranti, quello che avremmo vissuto sarebbe stato assolutamente molto più che figo.

Non ho voglia di raccontarvi le bellezze di Rio, le sue spiagge, i suoi scorci mozzafiato, i suoi locali dove il bacino comincia a muoversi involontariamente, la magia del Maracanà, i bambini delle favelas, i giocatori di foot volley a Copacabana, la bontà del gelato all’açai, i venditori di tutto a Ipanema, il tram di Santa Teresa e la freschezza dei frullati ananas e menta. Troppe cose, troppa bellezza, troppi ricordi.

Voglio invece scrivere dei Blocos, momenti di puro godimento che riassumono l’essenza di questa città e del suo bene più prezioso, i suoi abitanti. I solari, soleggiati, sorridenti Carioca

Ma torniamo al Bloco.

Lasciamo da parte il Sambodromo, i carri e i 100 euro per entrare. Tutto fantastico. Ma il divertimento più popolare, democratico e avvolgente del Carnevale di Rio è in strada, in tutte le strade e piazze della città. Ogni quartiere, ogni rione organizza il suo bloco, ovvero un gruppo di persone che suona e canta camminando a ritmo lentissimo. Si suona e si canta solo una canzone e la si ripete all’infinito tanto che, anche tu straniero, alla ventesima volta…l’hai imparata! I blocos sono ritmo, movimento, allegria, divertimento, condivisione, musica, gioia. Si può essere in 20 come ci è successo a Copacabana, in 300 tra i vicoli di Santa Teresa o più di un milione sul lungomare a Ipanema

Carnevale, Rio de janeiro, blocos
 

La bellezza dei blocos è la serenità che si respira in una situazione che solitamente e facilmente potrebbe essere fuori controllo. Si perché l’alcool, più che altro birre, scorre a fiumi grazie a servizievoli, onnipresenti omini con frigo-trolley al seguito che ti assicurano una Antartica ghiacciata ad ogni piccolo sintomo di arsura. Si suda, ci si contorce, si beve, si balla, si canta, si ride, si suda di più e si beve ancora. Movimenti sensuali, sguardi maliziosi, sorrisi sinceri, un ritmo che ti scuote da dentro e non ti abbandona più. 

Rio de janeiro, Brasile
 

Tutti sono accettati, accolti, coinvolti. Persone in maschera, costumi bizzarri, strumenti musicali sconosciuti e canzoni che come un mantra ipnotico ti fanno perdere ogni timidezza e ti fanno muovere il culo come un vero carioca. Destra, sinistra, destra, sinistra… altra birra! Obrigado! E via di nuovo, ma senza fretta perché il bloco va ai due all’ora e tu hai tempo di goderti ogni singolo attimo, ogni persona, cosa, momento, situazione. Goderti tutto in un trambusto felice, dove lo stress e l’agitazione non sono contemplati, dove l’esagerazione e l’esagitazione tipici di queste situazioni non ci sono. 

Carnevale, Rio de Janeiro
 

Impacciato, timido, maldestro e con scarso senso del ritmo entri in questi serpentoni di pura energia e dopo poco, senti la tua voce che canta una canzone sconosciuta, ma che non ne vuole sapere di abbandonarti, vedi i tuoi piedi che strisciano e calpestano l’asfalto e ti senti bene, ma proprio bene. Felice, leggero, ebbro di stupore e con un sorriso ebete che visualizzi nelle facce di chi ti sta accanto. 

Rio de Janeiro, Brasile
 

E quando pensi che non ti ricordi l’ultima volta che ti sei goduto così tanto un momento guardi il cielo blu, il sole caldo, il mare a pochi metri, le tue infradito e, annuendo con la testa e sorridendo, ripeti più volte: “Cidade Maravilhosa

 



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