USA on the road: 10mila km vintage #5

Riassunto delle puntate precedenti della nostra avventura in USA
Salt Lake City – Mexican Hat
Monument Valley – Las Vegas
Death Valley – San Diego
San Diego – Del Rio

La nostra settimana in terra texana prosegue verso est in direzione Austin, città universitaria, vivace e musicale dove decidiamo di stare un paio di giorni per fare cose utili ed indispensabili come una lavatrice e per fermarci nel vero senso della parola sia fisicamente che mentalmente.

Austin, Music
 

La prima cosa che facciamo è andare alla ricerca di una steak house. Da mesi prima di partire, Fede continua a ripetere che le bistecche migliori degli USA e forse del mondo si mangiano in Texas e allora è giunto il momento.

Ne troviamo una vicino al nostro hotel, ordiniamo quattro zuppe e un’insalata e cinque mega bisteccazze. Dopo qualche attimo si sente un tonfo metallico assordante e il cameriere ci annuncia che questa sera le zuppe sono finite. Il cibo è ottimo, la carne è, in effetti, tra le più buone mai mangiate e i dolci che seguono sono un qualcosa di estremo, sensazionale e divino. 

Tempo di musica. Austin è famosa per i suoi locali di live session distribuiti in una zona della città che prende vita al calar del sole e che brulica di appassionati e gente della notte che si gode del buon sound, ottime birre e chiassose compagnie. Passiamo entrambe le serate tra concertini e locali in un’atmosfera veramente piacevole.

Ci dirigiamo a Houston dove stiamo lo stretto necessario per visitare il deludente centro spaziale della Nasa e beccare delle grandi nuvole: una città inutile e a tratti orribile.

Houston, Texas
 

Ci congediamo dal Texas passando per Galveston una grigia isola sul Golfo del Messico che porta con sé l’unico ricordo di essere l’ultima città di questo stato che ci ha veramente affascinato con la sua diversità, la sua vitalità e con il suo carattere deciso e a tratti intransigente. 

Entriamo in Louisiana, un altro stato che ci ha stregati, un altro stato che porta con sé delle suggestioni e delle esperienze che vogliamo assolutamente fare.

La prima è il tour nelle leggendarie paludi infestate da alligatori e ammantate dalle foreste di mangrovie. Siamo nei pressi di Baton Rouge,  contattiamo un tizio che per 25 dollari ci regala due ore di pura emozione. Con la sua barchetta scivoliamo placidi a pelo d’acqua sopra ad una labirintica palude che assume forme e colori diversi ad ogni angolo. Vicinissimi a noi alligatori, uccelli, insetti e strani animali di cui, a causa della pronuncia incomprensibile tipica degli stati del sud, non capiamo il nome (forse comunissime nutrie?).

Paludi, Louisiana
 

Mi ricorderò questa breve gita come uno dei momenti più emozionanti dell’intero viaggio.

Parlavo di esperienze da fare. La seconda legata alla Louisiana è mangiare l’alligatore. Dopo averlo visto, ci sediamo ad un poco economico ristorante e ordiniamo alligator in salsa cajun. Cajun è un aggettivo che racconta tante cose tra cui anche una cucina di origini francesi e particolarmente speziata tipica di queste zone. Arriva il rettile, che tutti ci avevano anticipato, ha gusto e consistenza di un pollo. Mentre i miei compari mangiano avidamente, io prima tentenno e poi esplodo di e con gli ettogrammi di peperoncino che accidentalmente sono caduti nel mio piatto. Rimango con la curiosità di quale gusto abbia.. 

C’è un’altra cosa che vogliamo visitare nella sorprendente Louisiana e sono le antiche piantagioni che nella mia mente generano suggestioni di segregazioni, rivolte, leggende e storie romantiche.

Louisiana, USA
 

Ancora oggi, ci sono vecchie fattorie e case coloniali perfettamente restaurate o addirittura conservate dove è possibile partecipare a piccoli e intimi tour che raccontano la vita di un tempo, la schiavitù, il lavoro nei campi e l’avvincente storia di questa terra, tutto questo attraverso un percorso in mezzo a campi di cotone, una natura rigogliosa e poderosi alberi secolari.

Un’esperienza forte, che a tratti genera più di un nodo nello stomaco, ma veramente interessante ed istruttiva. 

La nostra meta finale è New Orleans, ma siamo in anticipo sulla tabella di marcia e allora, dopo più di tre settimane di viaggio, decidiamo che abbiamo ancora voglia di scoprire questa grande nazione che ci sta veramente appassionando. 

Tiriamo dritto e ci lanciamo a moderata velocità verso il cartello “Welcome to Mississippi – Birthplace of America’s Music”.



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