Addis Abeba tra danze, idromele e caffè

Addis Abeba, Etiopia

 

di Federico Bonadonna

Addis Abeba non è una meta turistica. Ci si passa al massimo un paio di notti prima di ripartire per altre località rinomate. Eppure nel 2013 il New York Times ha scritto che questa è una delle città da vedere al più presto, prima cioè che la massiccia opera di trasformazione urbana la renda irriconoscibile.
 
Fondata nel 1886 da Menelik II, il suo nome si deve alla moglie dell’imperatore che sconfisse gli italiani ad Adua, la regina Taitù che, incantata dalle sorgenti di acqua calda e dalla vegetazione rigogliosa, chiamò la città “fiore nuovo”. Rivivere quel clima è assai difficile perché restano appena un centinaio di edifici shoani, caratterizzati da un mix architettonico originale capace di tenere insieme lo stile indiano, quello arabo e l’armeno. Tuttavia, si può cercare di evocare il passato attraverso la musica locale e i sapori del cibo tradizionale

Per questo è essenziale provare uno dei cultural restaurant che preparano alla perfezione i piatti della cucina etiopica come per esempio le tibs con injera (carne e verdure cotte al sugo di berberé accompagnato dalla tipica piadina fatta di teff) o il Doro Wat (uno stufato di carne cotto con cipolla rossa) oppure, per i più coraggiosi, il kifto (carne cruda macinata con spezie piccanti o servita a pezzetti, Gored) da accompagnare con una delle tante, buone, birre locali come la St Georges con il suo inconfondibile marchio giallo rosso e verde con un san Giorgio stilizzato che uccide il drago, la Meta Premium, la Bedele oppure con il Tej, un tipo di idromele. E per finire il pasto un buon caffè accompagnato dalla sua imperdibile cerimonia. Anche perché l’Etiopia è uno dei maggiori produttori al mondo di caffè. La leggenda vuole che, oltre al primo bipede implume (l’australopiteco Afarensis, ribattezzato Lucy, in onore a una canzone dei Beatles, da Donald Johanson che la scoprì in Afar nel 1974), anche il caffè provenga da qui! Uno dei migliori cultural restaurant è lo Yod Abyssinia a Mekanissa (tel. +251 11 372 0607). Meglio andarci a pranzo giacché, per chi non è abituato a questa cucina, la digestione potrebbe risultare impegnativa. 

Addis Abeba, Etiopia
 

Nel 1936 l’Etiopia fu invasa dagli italiani che restarono appena cinque anni. Le tracce di quella colonizzazione sono quasi perdute, ma chi volesse fare un salto negli anni Quaranta deve fare una passeggiata per il quartiere di Piassa e provare un dolce nella storica Enrico Pastry

La cena invece è al ristorante Il Belvedere che, come suggerisce il nome, è uno dei punti più panoramici della città. Da lì si capisce che Addis Abeba è adagiata su un altopiano a 2400 metri sul livello del mare (la terza capitale più alta del mondo). Andateci al tramonto, godetevi il panorama e ordinate il filetto o l’arrosto di vitella accompagnato con un bicchiere di vino rosso… italiano!
 
Il dopo cena è al Jazzamba, il locale del Taitu Hotel, il primo albergo della città che presto sarà trasformato in un cinque stelle e dove si respira ancora una deliziosa atmosfera fané. Soprattutto al Jazzsamba si possono ascoltare cantanti e musicisti jazz etiopici perché, secondo il film premio Oscar La Grande Bellezza, “l’unica scena jazz interessante è quella etiope”!

Addis Abeba, Etiopia

 
Se avete la fortuna di capitare ad Addis Abeba di venerdì, imperdibile la serata al Fendika, nel quartiere “italiano” di Kasanchis (contrazione di Casa Incis) dove potrete trovare il meglio della danza e della musica etiopica, condensata per voi dal suo animatore, il ballerino Melaku Belay. Al Fendika si comincia dopo cena e si finisce alle due di mattina. Oltre alle birre locali, per i patiti dell’idromele, Tej a volontà: aiuta a sciogliersi e, perché no, a provare l’impossibile come ballare al ritmo sfrenato dell’ethio music!



2 pensieri su “Addis Abeba tra danze, idromele e caffè

  1. L’articolo e’interessante, anche perche’ ho un’amico che ha realizzato un resort nel territorio delle chiese rupestri un Etiopia, coinvolgendo solo lavoratori locali.Mi piacerebbe mettermi in contatto con FedericoBonadonna.Un saluto

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